Felice lo spazio espositivo, mi ricorda l’impronta delle antiche case tradizionali indiane dove lo spazio centrale aperto a vista cielo rispondeva alla necessità pratica di raccogliere l’acqua in una vasca centrale propedeutica al lavaggio di tutti i locali adiacenti.

Più tardi nei chiostri dei monasteri questo spazio diventa hortus conclusus dove si coltivano piante alimentari e medicinali sempre più spesso con una fontana al centro (simbolo di Cristo e fonte della vita), diventando rapidamente simbolo del paradiso perduto, centro della vita monastica, luogo di preghiera e d’incontro.

La natura, tanto cara ai monaci, è simboleggiata in questo stand da cascate di piante di pothos che scaturiscono da nicchie distribuite su tutto il suo perimetro.

Mettimi delle vere piante con la loro freschezza e quel verde luminoso che si stacca dallo sfondo antracite e hai già conquistato metà del mio cuore e credo anche quello, spesso inconsapevole, di centinaia di visitatori accorsi qui.

In sostanza si crea un piacevole spazio conviviale, perfetto per distribuire ai lati le varie composizioni d’arredo che spiccano dalla scenografia basata sulla palette di toni di grigio.